Nel 1975 a Santa Cruz, presso l’Università della California, John Grinder (insegnante di linguistica) e Richard Bandler (ai tempi uno studioso di matematica) diedero vita alla PNL 1° generazione, che era dedicata principalmente ai professionisti della psicoterapia. Infatti, si erano accorti che determinati terapeuti e psicoterapeuti dell’epoca ottenevano risultati eccellenti rispetto ad altri colleghi con le stesse qualifiche. Quindi iniziarono ad analizzare e ad osservare mezzi e metodi utilizzati nelle loro terapie, prendendoli da modello “meta modellandoli”.
Negli anni ‘80 questo approccio venne ampliato, generando la PNL di 2° generazione, destinata ad un pubblico più ampio. Infatti, questa è maggiormente finalizzata allo sviluppo personale dell'individuo, attirando così tutte quelle persone che desiderano acquisire più consapevolezza di sé stessi e dei propri comportamenti. Viene utilizzata principalmente per eliminare e “trasformare” gli schemi che limitano la propria mente, sostituendoli con dei nuovi che possono migliorare la qualità della vita dell’individuo. Nome di spicco di questa generazione è sicuramente Anthony Robbins, mentre dalle nostre parti troviamo Roberto Re.
Verso la fine degli anni ’80, Robert Dilts (uno dei pionieri della PNL) introdusse un nuovo concetto: la PNL ad indirizzo sistemico. Nacque così la PNL di terza generazione (quella che ho studiato io) espandendo il concetto di sviluppo personale. Si aggiunge così un ulteriore tassello alle precedenti, che tiene in considerazione non solo la crescita dell'individuo singolo ma anche del “pensiero collettivo/sistemico”, quindi di come migliorarsi grazie al contesto in cui ci troviamo, di chi ci circonda e cosa ci circonda.
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