MICHELE
ANTONINI
SPORT & LIFE
COACH

Amico vs Coach: “L’ignorante afferma, il colto dubita, ma il saggio pensa”

Sento di essere fortunato perché con alcune persone ho instaurato una forte amicizia che dura da più di 20 anni e ancora oggi sono legami belli e costruttivi per entrambi.  Queste amicizie si basano su delle fondamenta importanti: il profondo rispetto reciproco e l’accettazione per la persona per quella che è, con i suoi pregi e difetti, successi e insuccessi.

Negli anni ci siamo aiutati l’un l’altro, ci siamo ascoltati e ci siamo scambiati consigli e pareri personali, consapevoli di poterci fidare dell’intento costruttivo e positivo di fare esclusivamente del bene all’altro. Nei momenti più tosti alcuni amici hanno fatto la differenza dandomi una visione esterna e sincera di quello che in quel momento percepivo di me e della situazione.

Ci sono state però anche delle persone che ritenevo amiche e che pensavo volessero aiutarmi, ma il loro scopo si è rivelato ben diverso. In quei momenti ero molto fragile e cercavo un supporto, tuttavia queste persone hanno cercato solo di influenzarmi o di riempire il proprio vuoto interiore e appagare il proprio ego. Ho sofferto molto per questo perché oltre alle difficoltà che stavo passando, mi sono sentito tradito.

Ad oggi, con queste esperienze alle spalle e la consapevolezza e conoscenza che ho acquisito, so che è bene avere dei veri amici con cui confidarci e confrontarci, così come è bene prendere in considerazione un percorso di partnership con la figura professionale del Coach perché utilizza un codice deontologico di assoluta sospensione del proprio giudizio personale. È una capacità che viene allenata parecchio durante la formazione per diventare un Coach professionista, nelle svariate sessioni di Coaching simulate.

Il Coach rimane neutrale, obiettivo sui fatti e non si sbilancia perché non conosce nessuna dinamica vissuta e reale del cliente, il vero amico invece tende ad essere di parte “chi più chi meno”. Un’altra importante distinzione è che il Coach non dà risposte ma pone domande che aiutano il cliente a scoprirsi e chiarirsi su cosa succede dentro e fuori di sé. Supporta la persona nell’attuare dei nuovi comportamenti e strategie che la faranno uscire vincente dalla situazione di sofferenza.
Da qui possiamo capire che si evita un rischio: quello di riporre la propria fiducia in amicizie fasulle e abusive che possono danneggiare ulteriormente la persona.

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